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INFISSI IN LEGNO, PORTE IN LEGNO, PORTONI MASSELLO,PORTONI BLINDATI

 

 

 
 

Considerata l’importanza che ricoprono le caratteristiche e la qualità del materiale utilizzato nella produzione dei serramenti, di seguito proponiamo un elenco dei legnami più adatti.

ABETE ROSSO* CASTAGNO* DOUGLASIA* HEMLOCK IROKO LARICE* LAUAN,MERANTI,SERAYA NIANGON OBECE (od OBECHE) PINO PECE (PITCH PINE) PINO SILVESTRE* ROVERE*

   
  SPECIE LEGNOSA: HEMLOCK Nome latino: 1) Tsuga canadensis Carr.; 2) T. heterophylla Sarg. Denominazioni commerciali o locali: per la 1): Eastern Hemlock, Héricot, Pruche du Canada; per la 2) Western Hemlock; erroneamente anche Prince Albert Fir, Gray Fir, Alaska Pine. Areale di vegetazione naturale: per 1) foreste di Conifere della zona orientale del Nord America, dal Canada e dai Grandi Laghi all’Alabama ed alla Georgia; 2) foreste di Conifere del versante occidentale delle Montagne Rocciose, con limitata estensione verso Est nell’Idaho e nel Montana. CARATTERISTICHE DEI FUSTI Gli alberi giungono a 28-32 m di altezza con diametro a petto d’uomo superante anche 1 m. I fusti mostrano la particolarità di una forte rastremazione. ASPETTO E CARATTERISTICHE DEL LEGNO Colore generale bruniccio pressoché indifferenziato: sono talvolta presenti delle striature più cupe e delle macchie biancastre. Peso specifico allo stato fresco: mediamente 700 kg/m3; dopo normale stagionatura: 440 kg/m3. Struttura istologica: tessitura media, fibratura poco regolare, spesso con netta deviazione elicoidale. Ritiro: moderato. Caratteristiche meccaniche: resistenza a compressione assiale mediamente 43 N/mm2, a flessione 70 N/mm2, durezza modesta; il comportamento all’urto è basso. Modulo di elasticità 9.500 N/mm2. Difetti strutturali ed alterazioni più frequenti: deviazione della fibratura. Durabilità: poco soddisfacente essendo il legno facilmente degradato da attacchi fungini. PEZZATURA DEL MATERIALE COMMERCIATO Regolata dalle Norme emanate dalle Associazioni di produttori e commmercianti degli Stati Uniti e del Canada. LAVORABILITÀ Le operazioni meccaniche non presentano difficoltà particolari di esecuzione, ma tanto nella segagione che nella piallatura si può notare la tendenza al distacco di schegge. L’essiccazione è lenta a causa dell’elevata umidità del legno fresco di taglio: ricorrendo ai sistemi ad aria calda occorre procedere con prudenza onde ridurre al minimo deformazioni e fenditure. L’incollaggio e la finitura si effettuano facilmente con risultati da discreti a buoni. IMPIEGHI PRINCIPALI Nelle zone di produzione gli Hemlock trovano larga applicazione nelle costruzioni in genere, nell’arredamento di interni, nonché per imballaggi e per vari tipi di recipienti. L’importazione nel nostro paese non appare possa essere destinata in elevati quantitativi alle grosse strutture costruttive, ma può invece servire ottimamente per lavori di falegnameria ed arredamento di interni compresi gli infissi: per questi ultimi è però sempre consigliabile un trattamento di preservazione per proteggere il legno dagli attacchi di funghi e di insetti.
   
  SPECIE LEGNOSA: IROKO Nome latino: Chlorophora excelsa Benth. & Hook. f., C. regia A. Chev. Denominazioni commerciali o locali: Francia, Germania, R.U.: Iroko ma, erroneamente, anche Chêne d’Afrique, African Teak. Nelle zone di produzione: Abang, Kambala, Odum, Intule, Rokko, Moreira. Areale di vegetazione naturale: foreste equatoriali dei paesi circondanti il Golfo di Guinea: la seconda specie citata è presente nell’area orientale, dall’Etiopia al Mozambico. CARATTERISTICHE DEI FUSTI L’albero raggiunge notevoli dimensioni con altezza sino a 50 m e diametro superante talora 1,80 m. I fusti sono diritti, a sezione regolare e con contrafforti basali poco sviluppati, il che consente di ottenere dei tronchi utilizzabili in buone lunghezze. ASPETTO E CARATTERISTICHE DEL LEGNO Lo spesso alburno giallognolo biancastro si differenzia nettamente dal durame il cui colore fondamentale è giallo carico con tonalità dorate tendenti talora al bruno. Peso specifico allo stato fresco: mediamente 1000 kg/m3; dopo normale stagionatura: 660 kg/m3. Struttura istologica: tessitura da media a grossolana, fibratura non sempre regolare, il che può favorire una piacevole apparenza di riflessi cangianti sulle sezioni longitudinali. Ritiro: modesto: si tratta di un legno discretamente stabile. Caratteristiche meccaniche: resistenza a compressione assiale mediamente 55 N/mm2, a flessione 115 N/mm2, durezza da media a elevata; il comportamento all’urto è mediocre. Modulo di elasticità 9.800 N/mm2. Difetti strutturali ed alterazioni più frequenti: a prescindere dalle irregolarità di fibratura alle quali si è già accennato è da rilevare la frequenza con la quale si presentano nei tronchi delle concrezioni calcaree non sempre identificabili dall’aspetto esterno del materiale: dette concrezioni provocano facilmente la rottura dei ferri di lavorazione. Durabilità: la facilità con la quale l’alburno è attaccato da funghi e da insetti induce alla sua eliminazione dai tronchi (désaubierage) prima dell’imbarco. Il durame dimostra invece buona resistenza a tutte le cause di alterazione e di decadimento, siano esse dovute ad organismi oppure al contatto con prodotti chimici. PEZZATURA DEL MATERIALE COMMERCIATO La lunghezza dei tronchi varia generalmente tra 5 e 12 m: il diametro medio (senza l’alburno) supera spesso 80 cm. Per quanto concerne il tavolame vedasi quanto è detto nella Nota di pag. 6 del Manuale Tecnico del Legno: nelle lunghezze raramente si superano i 5 m. LAVORABILITÀ La segagione non comporta speciali difficoltà purché non siano presenti le concrezioni minerali alle quali si è già accennato. L’essiccazione è abbastanza agevole e può essere portata a termine senza che intervengano gravi deformazioni. La piallatura e la levigatura sono spesso ostacolate dal controfilo. La sfogliatura e la tranciatura per quanto possibili sono praticate assai di rado. Le unioni con chiodi o viti sono di facile esecuzione e riescono bene mentre viceversa negli incollaggi e nella verniciatura la presenza nel legno di particolari estrattivi può creare delle difficoltà per evitare le quali si consiglia di passare sulle superfici una mano di soluzione sodica: nel caso in cui si vogliano usare dei prodotti non ancora esperimentati è molto opportuno fare qualche prova preliminare. IMPIEGHI PRINCIPALI L’Iroko si presta ottimamente per strutture costruttive sia all’interno che all’esterno, per opere marittime e navali, per pavimentazioni, per infissi, per arredamento e per mobili di un certo impegno; pezzi opportunamente selezionati possono servire per decorazione, sia in massello che sotto forma di tranciati per impiallacciature. Un impiego del tutto particolare è quello per la fabbricazione di mastelli e contenitori per prodotti chimici.
 
  SPECIE LEGNOSA: LAUAN, MERANTI, SERAYA Il motivo per cui i legnami indicati commercialmente con queste tre denominazioni vengono trattati congiuntamente deriva dal fatto che essi sono forniti da gruppi di specie arboree appartenenti alla stessa Famiglia delle Dipterocarpacee (in prevalenza al Genere Shorea, in misura ridotta ai Generi Parashorea e Pentacme) e dal punto di vista della struttura istologica e delle caratteristiche fisiche e tecnologiche sono strettamente affini. Areale di vegetazione naturale: queste Dipterocarpacee si trovano nelle foreste umide della fascia tropico-equatoriale che dall’India arriva alla penisola Indo-malese e ad alcune isole del Pacifico, incluse le Filippine. In questa grande estensione le denominazioni sono ovviamente assai diverse (superano il centinaio), ma il commercio internazionale tiene conto esclusivamente di tre nomi rispondenti alle provenienze geografiche principali, e precisamente indica con: – LAUAN il gruppo dei legni provenienti dalle Filippine(*); – MERANTI il gruppo dei legni provenienti dalla Malesia e dall’Indonesia; – SERAYA il gruppo del legni provenienti dal Borneo settentrionale. CARATTERISTICHE DEI FUSTI Molte specie raggiungono dimensioni imponenti: da 45 a 60 m di altezza con diametri a petto d’uomo tra 1, 50 m e 2 m. Il fusto ha in genere portamento diritto e colonnare a scarsa rastremazione, con contrafforti basali di varia entità. Presenti in larga misura forti tensioni interne e quasi sempre minute perforazioni nere da attacchi di Scolitidi e di Platipodi. ASPETTO E CARATTERISTICHE DEL LEGNO Di questi legni si usa fare una ripartizione a seconda del colore: bianco, giallo, rosso chiaro e rosso scuro. Si deve tuttavia notare che se il rosso chiaro ed il rosso scuro sono abbastanza ben distinguibili, il giallo ed il bianco lo sono assai meno in quanto molti pezzi hanno tonalità sfumate che è assai difficile dire se siano giallognole o rosate, biancastre oppure rosee. In linea di larga massima può ritenersi che nei tipi bianco e giallo la differenza tra alburno e durame è poco netta allo stato fresco mentre dopo stagionatura il durame tende verso tonalità brune o verdognole. Nei tipi rossi la differenziazione è netta essendo l’alburno generalmente grigiognolo o roseo grigio ed il durame rossastro o rosso cupo. Peso specifico: in relazione all’elevato numero di specie rientranti nelle tre partizioni geografiche ed in ognuna delle quattro categorie di colore il peso specifico varia entro limiti assai ampi cosicché le cifre che seguono devono venire considerate a titolo largamente indicativo:
 

 

Struttura istologica: per tutti i tipi la tessitura è generalmente grossolana mentre la fibratura è con grande frequenza più o meno intrecciata. Ritiro: variabile, ma per lo più medio. Caratteristiche meccaniche:
 
  La durezza è piuttosto bassa per tutti i tipi. Difetti strutturali ed alterazioni più frequenti: in tutti i tipi si devono constatare assai spesso forti tensioni interne con le conseguenti minute fratture da cuore fragile; del pari frequenti le perforazioni nerastre provocate da Scolitidi e Platipodi (si ricordi che queste piccole gallerie non si estendono una volta che il legno è stagionato). Durabilità: mentre l’alburno di tutti i tipi è rapidamente alterabile ad opera di funghi e di insetti il durame dei tipi a colorazione più marcata si comporta alquanto meglio: comunque per impieghi in ambienti umidi o all’esterno è sempre da applicarsi un adeguato trattamento di preservazione. PEZZATURA DEL MATERIALE COMMERCIATO Data la diversa provenienza vi è una grande varietà di misure sia nella lunghezza che nel diametro dei tronchi: le lunghezze vanno da 4 a 12 m con particolare frequenza tra i 6 e 7 m: i diametri superano sempre 60 cm, con frequenza attorno a 1 m. Misure frequenti per le tavole sono: lunghezze da 8' (2,40 m) a 24' (7,30 m), raramente 6' e 7' (1,80 e 2,05 m); larghezze da 6" (15 cm) a 12" (30,5 cm); spessori da 2" (50,8 mm) a 4" (101,6 mm). LAVORABILITÀ Lauan bianchi: tutte le operazioni sono relativamente agevoli: l’essiccazione va condotta lentamente e con prudenza; Lauan gialli: le lavorazioni meccaniche non sono difficili ma la presenza di granuli minerali nelle cellule provoca una rapida smussatura dei ferri; l’essiccazione artificiale conviene sia preceduta da una prestagionatura all’aria; Lauan rosso scuri: la segagione è talora ardua a causa delle essudazioni di resina che incrostano le lame; l’essiccazione deve essere condotta con prudenza per evitare spacchi, fenditure e collasso. La finitura avviene bene soltanto se il legno è ben stagionato: il consumo di turapori sarà comunque sempre elevato; Meranti e Seraya bianchi: le lavorazioni sono discretamente agevoli ma la presenza di particelle minerali nelle cellule provoca la rapida smussatura dei ferri. Per la sfogliatura e la tranciatura i tronchi devono venire preventivamente ammorbiditi; Meranti e Seraya gialli e rosso chiari: tutte le operazioni si effettuano senza problemi particolari: non sono presenti particelle minerali. L’essiccazione si compie con molta lentezza; Meranti e Seraya rosso scuri: le lavorazioni appaiono abbastanza facili, l’essiccazione è però molto lenta. Per la finitura è da preventivare un elevato consumo di turapori. IMPIEGHI PRINCIPALI Per i Lauan bianchi falegnameria, arredamento di interni, mobili, sfogliatura per compensati: tronchi selezionati possono fornire tranciati decorativi; per i Lauan gialli oltre agli impieghi citati per i Lauan bianchi possono prendersi in considerazione anche strutture portanti; per i Lauan rosso scuri gli stessi impieghi dei Lauan bianchi; per i Meranti e Seraya bianchi e rosso scuri grossa falegnameria, fondi e pareti di veicoli, ponti di natanti, liste da pavimento, mobili, sfogliatura per compensati; per i Meranti e Seraya gialli oltre agli impieghi citati per i tipi bianchi e rosso scuri possono prendersi in considerazione anche strutture portanti; per i Meranti e Seraya rosso chiari falegnameria, mobili ed arredamento di interni.
   
  Nota. Negli Stati Uniti il materiale dei LAUAN delle Filippine viene generalmente commerciato sotto il nome di MOGANI DELLE FILIPPINE. Tale denominazione è del tutto impropria perché si tratta di specie ben diverse, sia botanicamente che tecnologicamente, dai veri Mogani forniti da alberi della Famiglia delle Meliacee, propri delle foreste dell’America centrale e dell’alto bacino del Rio delle Amazzoni.
  LAUAN BIANCO (BAGTIKAN), Parashorea malaanonan
 
  LAUAN ROSSO CHIARO (GERUTU), Parashorea lucida
 
 
LAUAN ROSSO SCURO, Shorea negrosensis
 
 
MERANTI GIALLO, Shorea faguetiana
 
 
MERANTI ROSSO CHIARO, Shorea acuminata
 
 
 
 
 
MERANTI BIANCO, Shorea assamica
 
 
SPECIE LEGNOSA: NIANGON Nome latino: Tarrietia utilis Spr., T. densiflora Aubr. e Norm. Denominazioni commerciali o locali: Francia, Germania e R.U.: Niangon. Nelle zone di produzione vengono usati vari altri nomi: Yavi, Wishmore, Deohr, Dahmlu, Sanon, Pablie, Kekosi, Nyamkom, Attabini, Ogoué, Akewan. Areale di vegetazione naturale: foreste della fascia tropico-equatoriale dalla Sierra Leone alla Repubblica Centro africana ed al Gabon. CARATTERISTICHE DEI FUSTI L’albero raggiunge l’altezza di 30-35 m; il fusto, inserito talvolta su radici aeree, presenta contrafforti basali assai estesi sopra i quali il diametro supera spesso 1 m. Il portamento è regolare unicamente nelle zone asciutte. ASPETTO E CARATTERISTICHE DEL LEGNO L’alburno grigiognolo si differenzia nettamente dal durame che compare in diverse tonalità di bruno tendenti talora al giallo od al rossastro. L’apparenza generale è grassa, tale fatto essendo dovuto ad inclusi di tipo gommo-resinoso. Allo stato fresco emana un leggero odore particolare. Peso specifico allo stato fresco: presentante ampie variazioni: mediamente 850 kg/m3; dopo normale stagionatura: 650 kg/m3. Struttura istologica: tessitura grossolana, fibratura variamente irregolare. Ritiro: da moderato a medio. Caratteristiche meccaniche: resistenza a compressione assiale mediamente 60 N/mm2, a flessione 140 N/mm2, durezza media; il comportamento all’urto è discreto. Modulo di elasticità 9.700 N/mm2. Difetti strutturali ed alterazioni più frequenti: irregolarità dei fusti, presenza di gommoresine nei tessuti. Durabilità: scadente per l’alburno, ottima per il durame. PEZZATURA DEL MATERIALE COMMERCIATO La lunghezza dei tronchi varia da 4 a 12 m ed il diametro medio tra 50 e 80 cm. La lunghezza delle tavole sta tra 2,20 e 5 m, con maggior frequenza sui 3,50 e 4 m: la larghezza va da 16 a 50 cm. LAVORABILITÀ La segagione può presentare qualche difficoltà a causa della facile incrostazione delle lame. L’essiccazione deve essere condotta lentamente se si vogliono evitare sensibili deformazioni. La sfogliatura è praticata di rado: per quanto concerne la tranciatura (dalla quale si ricavano ottimi fogli per impiallacciature decorative) è necessario far precedere l’operazione da un buon ammorbidimento a vapore. Le unioni con chiodi o viti sono di facile esecuzione e tengono bene: nelle zone di contatto tra legno e metallo possono però verificarsi sgradevoli macchie. L’incollaggio e la verniciatura sono talvolta ostacolate da un forte contenuto di gommoresine: conviene pertanto far precedere a queste operazioni un accurato lavaggio superficiale con soluzione diluita di soda. IMPIEGHI PRINCIPALI Per quanto questo legno trovi impiego anche per strutture portanti di interno e di esterno, per infissi in massello, per mobili pesanti e per arredamenti (nei quali l’apparenza grassa non costituisca un impedimento), l’utilizzazione di maggior rilievo è per liste da pavimento e per scale interne in ambienti di locali di lusso.
 
 
SPECIE LEGNOSA: OBECE (OD OBECHE) Nome latino: Triplochiton scleroxylon K. Schum. Denominazioni commerciali o locali: Francia: Obeche; Germania: Abachi; R.U.: Obeche e Wawa. Nelle zone di produzione usati anche vari altri nomi: Samba, Ayous, Wotue, Arere, M’bado, African Whitewood. Areale di vegetazione naturale: foreste della fascia equatoriale lungo il margine nord del Golfo di Guinea, con penetrazione nel Camerun e nella Repubblica Centro-africana. CARATTERISTICHE DEI FUSTI L’albero raggiunge notevoli dimensioni l’altezza potendo toccare 45-50 m. Il fusto porta alla base contrafforti molto sviluppati sia in altezza che in senso laterale: al disopra di detti contrafforti il tronco prosegue diritto ma a sezione poco regolare con diametro talvolta superiore a 2 m. Frequenti tensioni interne e grosse gallerie da insetti xilofagi nonché perforazioni nerastre da Scolitidi e Platipodi. ASPETTO E CARATTERISTICHE DEL LEGNO Colore generale giallognolo chiaro sfumante talora nel biancastro o nel roseo oppure con variegature brune. Allo stato fresco e durante l’eventuale vaporizzazione per l’ammorbidimento prima della sfogliatura emana un odore sgradevole. Peso specifico allo stato fresco: mediamente 650 kg/m3; dopo normale stagionatura: 420 kg/m3. Struttura istologica: tessitura grossolana, fibratura per lo più diritta, raramente intrecciata. Ritiro: da modesto a medio. Caratteristiche meccaniche: resistenza a compressione assiale mediamente 30 N/mm2, a flessione 75 N/mm2, durezza molto bassa; il comportamento all’urto è scadente. Modulo di elasticità 6.000 N/mm2. Difetti strutturali ed alterazioni più frequenti: cuore fragile da tensioni interne, attacchi di insetti e di funghi, presenza di grossi inclusi di parenchima che determinano marcata eterogeneità dei tessuti; alterazioni cromatiche. Durabilità: del tutto scadente, tale da pregiudicare qualsiasi impiego se il legno non è stato adeguatamente trattato con antisettici: particolarmente temibili le infezioni dei Lyctus che in poche settimane possono provocare la totale distruzione di tavole e manufatti. PEZZATURA DEL MATERIALE COMMERCIATO Le lunghezze dei tronchi variano tra i 4 e i 14 m, con scarsa presenza tra 4 e 5 m e preponderanza dei 7-8 m: i diametri medi superano sempre 60 cm potendo arrivare talora a 1,80 m. Le tavole si presentano in una larga gamma di lunghezze: da 1,80 a 5 m: i valori più bassi servono per cofani mortuari mentre per falegnameria corrente prevalgono le lunghezze da 3,50 a 4 m: le larghezze stanno tra 16 e 70 cm. LAVORABILITÀ Tutte le operazioni, sia di carattere meccanico che igrotermico ( essiccazione ad aria calda, vaporizzazione, impregnazione) sono agevoli e portano a risultati da discreti a buoni. Le unioni con chiodi o viti sono facili, ma di scarsa tenuta. L’incollaggio, la tinteggiatura e la verniciatura non presentano difficoltà particolari, ma le ultime due operazioni richiedono un elevato quantitativo di turapori. Le polveri che si svolgono durante la segagione e particolarmente nella carteggiatura possono provocare in certi individui forte irritazione delle mucose e delle vie respiratorie. Data la facile alterabilità di questo legno è opportuno segnalare che anche se nella fabbricazione dei pannelli di compensato si raggiungono temperature sufficientemente elevate per uccidere tutte le larve di Lyctus eventualmente presenti, il legno non è però immunizzato contro attacchi in tempi successivi: per arrivare a tanto è indispensabile trattare almeno i fogli dell’anima interna con un antisettico di sicura efficacia, oppure mescolare detto antisettico con l’adesivo usato per l’incollaggio. IMPIEGHI PRINCIPALI L’impiego principale del legno di Obece è la sfogliatura per compensati, tuttavia anche la falegnameria molto andante e l’imballaggio consumano quantitativi elevati.
 
 
SPECIE LEGNOSA: PINO PECE (più frequentemente usata, anche in Italia, la denominazione originaria di PITCH PINE) Nome latino: Pinus palustris Mill., P. caribaea Morelet, P. echinata Mill., P. taeda L. Denominazioni commerciali o locali: localmente sono usati svariati nomi, ma nel commercio si usa distinguere due gruppi indicati come Longleaf Southern Pines comprendente le prime due specie menzionate e Shortleaf Southern Pines comprendente le altre due. Areale di vegetazione naturale: Stati sud orientali degli Stati Uniti sino al Golfo del Messico, e Grandi Antille. CARATTERISTICHE DEI FUSTI Alberi di crescita abbastanza rapida che raggiungono altezze di 25-27 m con diametro a petto d’uomo di 70-80 cm. Nei boschi trattati secondo le buone norme selvicolturali i fusti sono slanciati, diritti e con sezioni regolari. ASPETTO E CARATTERISTICHE DEL LEGNO L’alburno è biancastro o di tonalità giallognola o rosea, nettamente differenziato dal durame giallo-rossastro o bruno miele, sempre molto resinoso tanto da presentare frequentemente grosse tasche ripiene di tale secrezione. Peso specifico allo stato fresco: mediamente 800 kg/m3; dopo normale stagionatura: 620 kg/m3. Struttura istologica: tessitura media, fibratura per lo più diritta, ma non molto regolare, particolarmente nelle immediate vicinanze delle inserzioni dei rami più grossi dove, d’altronde, compaiono anche tessuti abbondantemente imbibiti di resina. Ritiro: da basso a medio. Caratteristiche meccaniche: resistenza a compressione assiale mediamente 54 N/mm2, a flessione 95 N/mm2, durezza media; il comportamento all’urto è modesto. Modulo di elasticità 12.500 N/mm2. Difetti strutturali ed alterazioni più frequenti: marcata eterogeneità nello spessore degli anelli, presenza di legno di compressione (canastro), tasche di resina o totale impregnazione del legno con la stessa. Quest’ultima eventualità determina difficoltà di lavorazione, trasudamenti e particolare fragilità di fronte alle sollecitazioni dinamiche. Durabilità: mediocre per i tipi a legno più leggero, alquanto migliore per quelli a legno più pesante. PEZZATURA DEL MATERIALE COMMERCIATO: Vengono seguite le Norme emanate dalle Associazioni dei produttori e dei commercianti in legnami degli Stati Uniti. LAVORABILITÀ La segagione non è agevole soprattutto se i tronchi mostrano forti permeazioni di resina: altrettanto può ripetersi per la piallatura e per la levigatura. L’essiccazione avviene senza gravi difficoltà: ricorrendo a forni ad aria calda conviene tenersi a temperature piuttosto basse. La sfogliatura e la tranciatura non sono normalmente praticate. Le giunzioni con chiodi o viti si effettuano abbastanza bene, ma con pezzi fortemente impregnati di resina conviene preforare le sedi. L’incollaggio è da definirsi normale: la coloritura e la verniciatura non riescono sempre molto soddisfacenti. IMPIEGHI PRINCIPALI Strutture per costruzioni edili, stradali, idrauliche e marittime, ponti di navi, imbarcazioni, traversine ferroviarie, infissi, pavimentazione, grossa falegnameria, dogane e recipienti vari.
 
 
Nota. Ai legni delle specie precisate all’inizio del paragrafo sono assimilabili i legni di vari altri Pini propri delle foreste montane dell’America centrale (Messico, Guatemala, Nicaragua, San Salvador, Honduras) generalmente commerciati sempre con la dizione di PITCH PINES: delle molteplici specie le più importanti sono: Pinus lawsonii Roezl., P. oocarpa Schiede, P. teocote Schl.
 
 
MERANTI ROSSO SCURO, Shorea pauciflora
 

 

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